LA TEMPESTA – A LUGLIO A ROMA
Il progetto Tempesta è il risultato della collaborazione tra il Teatro Due Mondi e Laboratorio53 e dall’incontro di due gruppi di Roma e Faenza coordinati rispettivamente da Fernando Battista e Alberto Grilli e la collaborazione di Antonella Talamonti.
Nasce dalla voglia di denuncia di una condizione, quella della diversità in generale e del migrante in particolare, che spesso viene trattata con retorica e con spirito di intolleranza che non restituisce certo dignità a nessuno. E allora, visto che le parole sono troppo spesso confusive e poco comprensibili non solo a chi parla altre lingue perché arriva da altre culture, abbiamo voluto restituire all’arte il compito di denunciare e raccontare delle storie.
Arti quali la danza ed il teatro che al di là delle parole possano arrivare a descrivere attraverso il corpo, il canto, la poesia ed il semplice racconto della vita dei protagonisti quello che “La Tempesta” di Shakespeare introduce in modo esemplare e che, per noi, diventa spunto e partenza per una riflessione artistica.
Il corpo ha assunto un ruolo importante nel processo che ho cercato di direzionare partendo da suggestioni che mi arrivavano man mano dai movimenti, dai gesti, dai racconti e dalla danza dei partecipanti del gruppo romano, circa 20 persone tra migranti e non che da marzo si sono incontrate per condividere questo cammino.
Come Danzamovimentoterapeuta, la condizione umana mi risuona forte e ho sentito la necessità di poter utilizzare modalità che mi arrivano da questa metodologia, in particolare dall’Expression Primitive. Inizialmente, per poter creare il gruppo attraverso l’uso di rituali e di una dimensione ritmica condivisa, per generare appartenenza e legame, in seguito il ritmo ed il corpo hanno trovato la loro strada, e la mia esperienza nella coreografia, nella danza e di Dmt hanno viaggiato insieme incrociando i percorsi, come dentro di me sono intrecciate supportandosi l’un l’altra, dove il senso artistico si incrocia con l’essere persona.
Corpi diversi che trovano omogeneità nella presenza, nell’essere corpo incarnato che si presenta sulla scena, spogliato da sovrastrutture e ricco di umanità che diventa espressione del movimento danzato raccontando storie di tempesta.
Persone diverse per esperienza, età, cultura, si sono trovate insieme mosse dalla danza e dalla voglia di raccontarsi nelle strade, nelle piazze, nei musei e tra la gente ed in questi tempi in cui ci sono ritorni discriminatori verso differenti etnie con tristi ricordi della nostra storia recente, sempre più occorrono atti coraggiosi di denuncia e di richiamo ad una condizione umana che l’arte e la danza hanno il compito di sottolineare.
Fernando Battista
LA TEMPESTA