di Fernando Battista
Pubblicato su:
“Riforma e Didattica, tra formazione e ricerca”
Falzea editore n.5 2005
Sempre più chiara ed evidente si fa strada l’idea di una scuola che sia
agenzia educativa con l’intento di assicurare il rispetto e la valorizzazione
della molteplicità delle culture arricchendosi delle diversità sotto il profilo
antropologico, religioso, culturale. Una scuola che accoglie il diverso ed
assicura un libero e democratico accesso alla cultura. In questi termini la
scuola può essere fondamento di sviluppo e crescita di una società aperta,
non discriminante, multiculturale e multietnica che sappia contribuire in
modo concreto ad un sano percorso di nuovo ben-essere umano. In questa
ottica, la scuola viene intesa come luogo di formazione e aggregazione nel
cui ambito le classi assumono il ruolo di piccole comunità all’interno di una
comunità allargata. La classe, quindi, vive con le regole scritte e non, che
definiscono le relazioni, gli spazi, i ruoli. E’ il luogo in cui l’adolescente vive
condividendo con i suoi pari momenti, esigenze, frustrazioni e
trasformazioni proprie della sua età, portando con sé quanto ha
vissuto/inscritto nella fase della relazione primaria ed in quelle che sono
state per lui precedenti agenzie di crescita (famiglia, scuola, gruppo dei
pari). La classe, come ogni piccola comunità, è luogo deputato alla crescita,
allo sviluppo della propria identità all’interno del gruppo, al confronto, al
rispetto di regole e norme che definiscono i confini e gli spazi della
relazione e del vivere comune. E’ un territorio in cui riconoscersi, ma che
instaura rapporti con le altre piccole comunità con cui trova momenti di
confronto e scontro, scambio e comunione.